Crevalcore nei dipinti

 

 

    Enrico
    FANTINI

    Pittore
      Incisore
      Scultore

Biografia
Testi critici
Mostre


Per incontrare Enrico Fantini bisogna andare nella sua casa-laboratorio a Osteria Grande, al confine col territorio di Ozzano Emilia, ai piedi delle colline bolognesi. Una vita dedicata all’Arte della Pittura, dell’Incisione e della Scultura, di cui parla con passione e un pizzico d’arguzia.
Per l’Incisione, l’opera grafica più importante di cui va fiero, è il libro d’Arte “Antiche Pietre di Ozzano dell’Emilia, con 24 acqueforti originali, stampato in soli 125 esemplari numerati (1992). Quest’opera complessa, frutto di una ricerca attenta e realizzata in più di quattro anni, con magistrale perizia, gli è valsa la proposta della cittadinanza onoraria del Comune di Ozzano Emilia.
Sul tavolo ci sono i due volumi "Antichi Edifici della Montagna Bolognese" dello “zio” Luigi Fantini, libro pubblicato per la Fondazione Cassa di Risparmio nel 1972, importantissimi per una documentazione di Case Antiche, che la guerra prima e l’incuria dopo hanno decimato impietosamente.
A questi volumi Enrico, in anni giovanili, collaborò con lo “zio” Luigi con più di 60 disegni e 400 fotografie di quelle case che non era possibile fotografare.

All’entrata della sua abitazione, fa bella mostra di sé una copia in bronzo del monumento di Cangrande della Scala a Verona. È una statuetta curata nei più piccoli dettagli, che mette in risalto l’austerità e l’eleganza del grande condottiero. "Questa mi porta a parlarvi di Crevalcore" - dice Fantini - "È uno studio realizzato sotto la guida del mio indimenticabile maestro, lo scultore Giulio Barberi, figlio dell’autore del vostro Malpighi". (Il Malpighi è la statua che domina la piazza principale di Crevalcore). Suo padre, il famoso scultore Enrico Barberi, fu insegnante di Scultura all’Accademia di Belle Arti di Bologna dal 1895 al 1921. Fantini ebbe la fortuna di vedere il suo studio a Bologna, ancora intatto dopo la sua morte, con i bozzetti in creta e le negative di foto che lo scultore aveva fatto della statua del Malpighi. "Le negative mi vennero consegnate  e le conservai con cura. Nell’ottobre 1997, durante la celebrazione del cinqucentenario malpighiano a Crevalcore, donai con piacere ai nipoti di Enrico Barberi queste ed altre foto".
Nella sua casa ha realizzato una Sala Mostra permanente, dove espone Incisioni, Acquerelli e raccoglitori di disegni che si sfogliano con piacere e che invita tutti a visitare, perché dice giustamente che “le Incisioni si devono vedere dal vero, magari con la lente per apprezzarle veramente”.
                                                                                                aprile 2010


A sinistra, i nipoti del prof. Enrico Barberi
(la prima a sinistra è l'architetto Caterina Barberi)
e da destra il sindaco di allora Novello Lodi, l'arciprete Don Luciano Griggio
e l'assessore alla cultura, poi sindaco, Valeria Rimondi

 

ENRICO FANTINI

Nato a Bologna nel 1928, ha svolto per anni l'attività di disegnatore grafico, illustrando libri, riviste, ecc.
Ha vissuto 14 anni all'estero (Brasile,Canada) sempre operando nel campo grafico.
Ha collaborato, giovanissimo, con lo zio Luigi Fantini con centinaia di disegni per i volumi "Antichi Edifici dell'Appennino Bolognese". Si è dedicato dal 1971 all'incisione ed ha già inciso a tutt'oggi più di 400 lastre (acqueforti, acquetinte, punte secche, ecc...).
L'opera grafica più importante di Fantini è il Libro d'Arte: "ANTICHE PIETRE", un volume in tiratura limitata a soli 125 esemplari numerati con 24 acqueforti originali.
E' inserito nel "Repertorio degli Incisori Italiani" vol. IV-2002 edito dal Gabinetto di Stampe Antiche e Moderne del Comune di Bagnacavallo.

Laboratorio di incisione. Stampa al torchio. Sala espositiva..
Via A. Bassi, 5 - 40060 Osteria Grande (BO) - Tel. 051.946567

Testi critici

"...Questi due termini: espressione artistica e sapienza artigianale, nell'incisione si congiungono segnando un altro termine di paragone con la fotografia con la quale Enrico Fantini ha sempre (e nobilmente) conflitto da quando lo zio Luigi gli affidò il compito di riprendere le vedute e i particolari che la vecchia macchina a lastre non riusciva a documentare. Ed è proprio nel confronto con il mezzo principe della documentazione, con l'immagine fotografica, che queste incisioni esprimono l'essenzialità, il rigore rappresentativo e l'eleganza compositiva delle quali quest'arte è capace."
                                                                    Gabriele Mingardi

 

"L'Appennino bolognese e, in particolare, la Valle del Samoggia, conservano ancora un ricco patrimonio ambientale e architettonico fatto di piccoli borghi rurali, rocche, castelli, case torri e pievi, sparsi sulle colline, sui crinali, al margine dei calanchi.
A partire dagli anni '40 e fino ai giorni nostri, questi beni culturali sono stati sapientemente documentati da Luigi Fantini nel pregevole volume "Antichi Edifici della Montagna Bolognese", che riporta numerosi disegni del nipote Enrico, un vero poeta della matita e dell'incisione, continua a rappresentare con sensibilità e precisione di particolari, quegli edifici e quei paesaggi che hanno fatto la storia delle nostre vallate e che spesso vengono abbandonati o recuperati con poca attenzione.
Da vero artista Enrico non documenta solamente, ma con i disegni e le incisioni reinterpreta i luoghi e ne fa emergere tutta la bellezza intrinseca. E la sua mano è inconfondibile."
                                             Luigi Vezzalini   2007
                         (assessore alla cultura del comune di Castello di Serravalle)

 

Le immagini di Crevalcore nelle acqueforti di Fantini
"... Fantini non si è fermato a ritrarre soltanto l'Appennino Bolognese, ma è sceso giù, nella grande pianura e anche qui a Crevalcore, con la dedizione e la precisione che gli sono proprie, ha colto altri luoghi, altri angoli, altre ombre da illuminare. Da questa ricerca nacquero le acqueforti che Crevalcore ospitò già nel 1972 e poi nel '74.
... Oggi 1996, dopo ventidue anni dall'ultima mostra, è arrivato il momento di farle rivedere, perché anche qui di quelle "antiche pietre" non tutte sono ancora al loro posto: il tempo ha avuto ragione di loro.
Nel frattempo, la mano si è ulteriormente raffinata, l'occhio più acuto, e così, oggi, Fantini può offrirci altre emozioni, altri luoghi da scoprire o riscoprire: dal Castello di Crevalcore alla sua vasta campagna segnata in maniera unica dall'uomo. L'acquaforte non è una foto, costringe chi la guarda a vedere l'immagine e ad interpretarla, sentendone il segreto fluire, la vita interna che anima ogni singola antica pietra."
                                                             Roberto Carboni

Alcune delle ultime mostre

Castenaso (BO) - 2000
Sasso Marconi (BO) - 2001
Loiano (BO) - 2002
Castel San Pietro (BO) - 2003
Medicina (BO) - 2004
Bazzano (BO) - 2005
Budrio (BO) - 2006
San Lazzaro (BO) - 2007
Marzabotto (BO) - 2008
Molinella (BO) - 2009

 



Cà dè Zanetti - Luminasio (Marzabotto), disegno a penna, 1950
per il volume "Antichi Edifici della Montagna Bolognese"
di Luigi Fantini, zio di Enrico

 


Cà Doré - Acquaforte