Crevalcore nei dipinti

 

  

 

 

Umberto Bastia

 

 

altre opere

 

Bastia discepolo di Morandi - Bastia giovane pittore di successo : basta il suo promettente esordio ad annoverarlo fra i grandi? La risposta è affermativa e se ne ha conferma nel giudizio degli esperti e nell'alta considerazione in cui è tenuto il suo nome fra gli estimatori. A Crevalcore e dintorni ci sono molte sue opere: le più apprezzate sono quelle del primo periodo, ma anche la sua produzione ulteriore è di sicuro richiamo.  E' l'archetipo dell'artista avvolto nel mistero di una insanabile frattura interiore, di un isolamento crescente. Col tempo, la sua timidezza si accentuò, gli orizzonti si restrinsero fino a diventare facile preda del collezionismo locale, senza prospettive. Ma il suo mito lo ha rincorso, gli ha permesso di sopravvivere anche nei momenti difficili. C'è chi vuole trovare la svolta della sua vita nell'infelice innamoramento per una ragazza francese, che finì male per via della madre di lei, dopo che i due si erano visti per un po' in Francia e in Italia. Ma come non riconoscere in quell'inspiegabile eclissi il destino di altri grandi?
Durante la raccolta di informazioni su altri pittori di Crevalcore, ci siamo già imbattuti in Bastia. A Bolognina, piccola frazione, egli si incontrava con Dante Bozzoli (il fattore) e Peruzzi (direttore dello zuccherificio) negli anni 70, per delle sedute di pittura en plein air nella Cort di sčhop.(cortile dei fucili, così chiamato per la presenza di un caseificio spesso visitato dai ladri e difeso, dunque, a fucilate).
Ancora a casa di Ghermandi Alberto: il giovane Bastia andava frequentemente a casa sua e passavano insieme molto tempo a parlare e dipingere. Nel 1941, anno più anno meno, Bastia, allora ventenne, andò per tutto il mese di giugno a casa Ghermandi alla Guisa per fare il ritratto della nipote Giovanna Ghermandi che allora aveva 11 anni. "Il quadro era grande, stavo seduta nell'atteggiamento di leggere un libro. Faceva un gran caldo" (Giovanna Ghermandi). Quel quadro restò ai Ghermandi, ma Bastia andava a prenderlo spesso per esporlo nelle mostre. Pare che sia stato esposto anche a Roma. Poi, un giorno, Bastia lo vendette a un crevalcorese.
Bastia aveva uno studio a Crevalcore negli anni 70-80, in via Solferino. Non era solo: lui, caposcuola riconosciuto, attirava altri pittori, critici e mercanti d'arte. Giuseppe Serra, altro notevole pittore di quel periodo, occupava a sua volta la stanza di fronte. In quello studio il giovane Gambuzzi Mauro seguì una serie di lezioni di pittura sotto la guida del maestro.
Conduceva una vita riservata, poco propenso ad intrattenersi con i visitatori. Tuttavia la sua amicizia con Bozzoli Dante non è mai venuta meno, pur con qualche memorabile litigio. Dante era forse l'unico ad avere accesso al suo studio al primo piano della casa, tutti gli altri venivano accolti al piano terra, dopo essere stati identificati attraverso uno specchietto, posto fra la ristretta apertura delle persiane. Preservava quello spazio creativo dalla curiosità del paese, di quella via dove tutti si conoscevano e sapevano chi bussava alla sua porta, come il sindaco. Calvi Gino era un suo vicino di casa e lo conosceva bene: Bastia aveva combattuto in Africa nella seconda guerra mondiale ed era stato prigioniero in Algeria, in condizioni difficili (aveva ceduto il suo orologio per avere un po' d'acqua). Della sua famiglia non era rimasto nessuno, dopo la morte dei genitori: il padre era stato carabiniere e la madre aveva un negozietto. Ricompensava chi lo aiutava. Il sig. Scaramelli ci ha mostrato con orgoglio il quadro con il campanile della Ca' de Coppi, una veduta che gli ricordava la sua infanzia, avuto da Bastia come ringraziamento per un passaggio in automobile a Carpi. Mangiava spesso all'osteria della "Pinocia" a due passi da casa, e in cambio dava qualche quadro. Del suo quartiere era solito dire "L'è un rione qu'ag menca gninta; in via Margutta a ghè d'incosa" (E' un rione in cui non manca niente, in via Margutta c'è di tutto).

Era nato a Crevalcore nel 1918. Dopo gli studi all'Istituto Venturi di Modena, aveva frequentato l'Accademia delle Belle Arti di Bologna. Fra i suoi maestri, Virgilio Guidi e Giorgio Morandi, di cui frequentava la casa: risale a questo periodo il ritratto di una  sorella del celebre pittore, che sarebbe intervenuto con alcuni ritocchi sul dipinto del discepolo.
Fu Accademico di merito dei 500 e Accademico Tiberino, nonché associato all'Unione della Legion D'Oro. Nel 1936 ottenne la medaglia d'oro agli "Agoni dell'Arte" di Modena. Partecipò poi a mostre e a concorsi in Italia e all'estero, conseguendo significativi riconoscimenti: medaglia d'oro alla Collettiva di Castel Guelfo nel 1967, diploma d'onore all' estemporanea di Bormio nel 1965, medaglia d'oro alle estemporanee di Ravenna nel 1965 e nel 1966, medaglia d'argento alla mostra di Castel San Pietro nel 1966. Morì nel 2004 a Crevalcore.
E' suo il dipinto della Madonna col bambino(1) nella chiesa di San Silvestro a Crevalcore e anche La Sacra Famiglia nell'oratorio della Guisa. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private, anche all'estero.
Dal volantino informativo emesso dal Comune di Crevalcore in occasione della Mostra dedicata a Umberto Bastia e Danilo Ghelfi nel novembre 2002, allestita nel Castello dei Ronchi, citiamo: “Bastia e' un pittore d'intuito dotato di una forte tempra: dipinge con l'abito tradizionale senza avventurose ricerche. Moderno, attuale, in quanto mira ad esprimere ciò che gli suggerisce la sua sensibilità pittorica, dove i forti contorni e le forme denunciano una continua coerenza di visione, ma senza tuttavia che la contenutistica oggettiva nulla tolga all'impegno morale che è sensazione e sognante aspirazione.”

(1) - dal Bollettino Parrocchiale di Crevalcore Febbraio-Marzo 1941
"Il bravo giovane concittadino Umberto Bastia licenziato alla Scuola d' Arte di Modena ed ora frequentante i corsi dell'Accademia di Belle Arti di Bologna, nella quale scuola egli porta tutta la sua passione artistica, ha voluto dare un preclaro esempio della sua valentia d'artista dipingendo una riuscitissima Madonna che giustamente si potrebbe chiamare del Comune. La Vergine seduta ha sulle ginocchia il Bambino che si rivolge a S. Giovanni Battisita e posa una mano sul blasone di Crevalcore. Nella scena sono dipinti due Crevalcoresi che pregano. Il quadro, che è un bellissimo insieme di luci e di colori, è stato regalato dall' autore alla nostra chiesa." (Archivio Tommasini)

 

"... dopo un'intera vita dedicata alla ricerca del perfetto ideale artistico, ha voluto stupire il suo pubblico, che da anni lo stima e lo ammira, dimostrando, in un'ardita stesura di colori acrilici, di non essere soltanto un ligio cultore dell'immagine classica, ma di saper raggiungere, nella ricerca del nuovo per il migliore, vere vette..."
                                        Anni '80: commento critico tratto dal "Giornale d'Italia"

                                                              aprile 2009

 

 

Ritratto di Anna

Ritratto di una sorella Morandi

 

Paesaggio

 

Viale 1965

 

Papaveri

 

Sanguigna

 

Autoritratto

 

Il padre

 

La madre